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INDULGENZA CATTOLICA....

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Al Concilio di Clermont del 1095 d.C., bandendo la prima crociata, papa Urbano II scrisse un appello al popolo; in esso, fra le altre cose, si diceva:

"Insistentemente vi esorto, anzi non sono io a farlo ma il Signore, affinché voi persuadiate con continui incitamenti, come araldi di Cristo, tutti, di qualunque ordine (cavalieri e fanti, ricchi e poveri), affinché accorrano subito in aiuto ai cristiani per spazzare dalle nostre terre quella stirpe malvagia [i Turchi]. Lo dico ai presenti e lo comando agli assenti, ma è Dio che lo vuole. Per coloro poi che incontreranno la morte in viaggio o durante la traversata o in battaglia contro gli infedeli, vi sarà l'immediata remissione dei peccati: e ciò io accordo a quanti partiranno, per l'autorità che Dio mi conferisce."

Fu la prima grande indulgenza plenaria. In seguito fu anche concesso, a chi non voleva o non poteva partire per la Terrasanta, di lucrare l'indulgenza tramite una somma di denaro. Lo storico L. Gatto annota: "Per chi fosse andato a Gerusalemme per devozione e con lo scopo di liberare la Chiesa di Dio, il viaggio avrebbe avuto dunque valore di penitenza, e da ogni parte si cominciò allora a ripetere, sulla scorta di quanto affermato dal Pontefice, "Dio lo vuole!"" Stragi e violenze di inaudita portata furono così giustificate, fomentate e "santificate" dalle supreme autorità cattoliche, in nome della loro presunta autorità divina, promettendo agli autori degli efferati massacri la liberazione da ogni pena presente e futura, e quindi l'ingresso diretto in Paradiso.

Ma ora, domandiamoci: com'è possibile che molti papi, nei secoli passati, esprimendosi in modo ufficiale e solenne, abbiano spinto verso omicidi e altri misfatti i fedeli, promettendo loro salvezza eterna, mentre oggi il papa non approva più quegli stessi atti, giudicandoli non conformi al Vangelo? Le tantissime persone che in quel tempo hanno seguito la chiesa cattolica romana, allora, si sono salvate compiendo efferatezze in nome di Dio, oppure sono dannate e devono la loro dannazione ai cattivi consigli dei papi? In entrambi i casi, la situazione pare davvero drammatica e insostenibile, e mina alla base la pretesa autorità della gerarchia cattolico-romana  di ieri e di oggi. E' mai possibile che ciò che Dio "voleva" secoli fa sia così diverso da ciò che egli "vuole" oggi? Dio vuole o non vuole le crociate? Vuole o non vuole le indulgenze? Vuole o non vuole il Giubileo? Chi ci garantisce che la chiesa cattolica in futuro non cambi idea su punti oggi ritenuti assodati, così come recentemente ha cambiato parere su questioni che una volta venivano fatte passare per certezze divine?

D'altronde, la chiesa romana stessa ammette che dottrine come quella delle indulgenze non esistevano nel primo cristianesimo e che hanno avuto lente ma fondamentali evoluzioni e modificazioni nel corso dei secoli, specificandosi tanto più quanto maggiormente ci si allontanava dal Vangelo . Così, l'idea del "tesoro della chiesa cattolica" (definito da un autore cattolico "una specie di immenso conto in banca" da utilizzare in caso di necessità ) non s'affermò fino al XII secolo d.C.! Dopo la caduta di S. Giovanni d'Acri (1291) e la fine delle crociate, l'indulgenza plenaria trovò la sua piena collocazione nel Giubileo (il primo, come vedremo, è del 1300: anche qui siamo molto distanti dalla rivelazione evangelica).

Dobbiamo anche notare che, specialmente in passato, la chiesa cattolica romana ha largamente diffuso e sfruttato i più biechi abusi delle indulgenze (quando si pagava una specie di onerosa "tassa", secondo vere e proprie tariffe ufficiali, per ottenere il perdono dei peccati senza bisogno d'altro) e s'è arricchita giungendo a costruire con gli introiti che ne derivavano (un'importantissima voce d'entrata delle finanze pontificie!) quegli stessi "luoghi sacri" nei quali oggi si fanno andare in pellegrinaggio i fedeli per acquistare, ancora, indulgenze (la stessa basilica di San Pietro fu terminata grazie agli incassi derivati dalla vergognosa vendita di indulgenze del secolo XVI). Altro che "pentimenti": se ci fosse vero pentimento per gli scandali del passato, si procederebbe ad una genuina pratica penitenziale, la quale non potrebbe essere altro che la vendita degli immobili acquisiti in modo anti-cristiano, al fine di donare tutto ai poveri.

Nel 1967 Paolo VI (nella Indulgentiarum doctrina) affermò che "la dottrina e l'uso delle indulgenze, da molti secoli in vigore nella chiesa cattolica, hanno un solido fondamento nella divina rivelazione". Ma dove sono le prove bibliche?

Il Sussidio Il dono dell'indulgenza, a pag. 11, afferma che "l'indulgenza non è (…) di origine divina, bensì di origine ecclesiastica. Essa, infatti, è scaturita da un'antica pratica penitenziale…" (e, infatti, a pag. 16 si aggiunge che "il primo documento ufficiale sistematico del magistero pontificio sulla dottrina delle indulgenze (…) è legato all'occasione della proclamazione del Giubileo del 1350").

La chiesa di Roma continua ad arrogarsi il diritto di fare e disfare in barba al Vangelo che, invece, sostiene di essere una rivelazione perfettamente completa e che ha messo bene in guardia dal portare il sia pur minimo cambiamento alla dottrina di Gesù e degli Apostoli (vedi, ad esempio: Giovanni 16:13; Galati 1:6-9; 2 Pietro 1:3; Giuda v. 3; Apocalisse 22:18-19). Vangelo o tradizioni cattoliche? Cristianesimo o cattolicesimo?

Cattolicesimo o paganesimo?


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